Dedico questo blog a mia madre, meravigliosa farfalla dalle ali scure e dal cuore buio, totalmente priva del senso del volo e dell'orientamento e, per questo, paurosa del cielo aperto. Nevrotica. Elusiva. Inafferrabile.

sabato 25 luglio 2009

Il pasto nudo dell'orchessa


(Pubblicato nell'antologia "Di incontri e di racconti" da "Writer Monkey" Dicembre 2017)


Immaginate la voce melodiosa di un usignolo ingabbiata in una grancassa. Questa era Fernanda Castillia.
Una gigantessa di origine creola, dal naso imperiale, i seni impetuosi e gli occhi di pantera.
Puttana di mestiere. Soprano di vocazione
Osannata, nell'eclettico e caotico microcosmo di Baia di Ysmael, come la regina delle prostitute.
Regina, ma con animo democratico.
Banchieri e notabili pagavano profumatamente il suo assolo orgasmico che faceva fremere la terraferma e sommuovere gli oceani.
Marinai e filibustieri, invece, ne usufruivano gratis, in virtù della sfrontatezza dei loro muscoli e della fantasia sfrenata dei loro tatuaggi.
Fernanda Castillia, con la stessa democrazia e col medesimo entusiasmo, si concedeva a queste due categorie di uomini.
Sdegnosamente ignorando tutte le altre.
Era lei a svezzare dalla timidezza sessuale gli adolescenti di Baia di Ysmael.
Entravano nel suo letto con bocche affamate di cuccioli orfani.
E ne uscivano con appetito insaziabile di uomini fatti.
La gigantessa, consapevolmente, offriva loro la lussuria peccaminosa di un incesto materno.
Marchiandoli.
Dannandoli, per il resto della vita, a cercare quello stigma in tutte le donne.
E quell'assolo orgasmico. Impudico. Celebrativo.
Una nenia vaginale che intensificava in un crescendo impetuoso di bolero.
L'affermazione sessuale, perentoria e conclusiva, dell'ape regina che dentro di sé ha infine intrappolato l'organo genitale del fuco.
Mutilandolo.
Il pasto nudo dell'orchessa.
Era questa la seduzione di Fernanda Castillia.
Una provocazione sessuale.
Una sfida eccessiva.
Contro ogni morale.
Alla fine era sempre lei, la regina, a vincere.
Fino al giorno in cui i suoi occhi giallo zafferano incrociarono quelli azzurrissimi di Ignacio Amaral.
Portoghese di nascita. Liutaio di professione.
Sposato e padre di una nidiata di figli. L'ultimo dei quali ancora in grembo alla moglie.
Ignacio Amaral, uno scricciolo d'uomo, dalla pelle notturna e le labbra tumide.
E dallo sguardo siderale.
Sguardo che subito distolse dall'occhiata impertinente che Fernanda gli aveva lanciato.
Per la notorietà equivoca di lei.
Che in tutta Baia di Ysmael era risaputa.
Un uomo dabbene, Ignacio Amaral.
Uno di quelli delle categorie intermedie che Fernanda mai avrebbe preso in considerazione.
Uno di quelli a cui il suo assolo celebrativo mai sarebbe stato concesso.
Nei giorni che seguirono, invece, Fernanda sempre più spesso si ritrovò a pensare a lui.
A quella comunicazione di sguardi.
Alla collisione dei loro mondi.
Così si era decisa a rompere gli indugi e, riesumata la carcassa centenaria di un remoto violino, cimelio da soffitta, si era recata alla bottega di Ignacio Amaral e con piglio deciso gli aveva chiesto
- Potete ripararlo? -
Ignacio aveva abbracciato in un unico sguardo la carcassa legnosa e la mano enorme che gliela porgeva. E, alzando lo sguardo, si era trovato davanti gli occhi di foresta di Fernanda.
- Credete forse nei miracoli? - rispose lui, con tono divertito
- No, ma credo in voi - fu la replica coincisa.
Che non contemplava alcun rifiuto.
- Tornerò a verificare il lavoro. Prendete tutto il tempo che occorre. Non ho fretta -
Disse lasciandogli il violino tra le mani.
Ed una traccia sinuosa di cacao amaro, che fece fremere le narici del mastro liutaio.
E tornò Fernanda, ottemperando alla promessa fatta.
A constatare la progressiva resurrezione del suo violino.
Preannunciata dall'aroma amaro di cacao, la sua sagoma ingombrante si materializzava sulla soglia del laboratorio del liutaio.
E, per un momento, il pomeriggio tramutava in crepuscolo.
Una polvere bruna di cacao oscurava il sole.
E ne emergeva la gigantessa, fasciata in corpetti color malva o melanzana, che a stento contenevano l'esuberanza espansiva dei seni.
E sulla porta c'era lei, Fernanda, che lo salutava con la voce melodiosa di usignolo ingabbiato in una grancassa. Soffocando ad ogni visita, e sempre più a stento, l'assolo celebrativo che premeva per erompere.
Ed Ignacio Amaral le sorrideva dalla profondità scura del retrobottega.
E le veniva incontro, offrendole la comodità di una seggiola e la freschezza lattiginosa di uno sciroppo d'orzata. Debitamente aromatizzato di cannella e fortificato con vaniglia.
L'assolo celebrativo veniva così gentilmente ricacciato in gola dalla dolcezza dell'orzata.
- Festeggiamo oggi, donna Fernanda, la nascita di un'amicizia. E di una stima personale. Le persone non sempre sono quel che sembrano. E voi, ecco si, voi siete una regina - Questo il complimento, sincero e commosso di Ignacio, nel gesto di chinarsi a baciarle la mano.
Una mano enorme.
Che facilmente avrebbe potuto sopraffarlo.
Tanto squilibrate erano le loro proporzioni fisiche.
E fu allora che Fernanda valutò che la sua pazienza era giunta al termine.
Lei era quello che era e non quello che lui immaginava.
O quello che lei si era ingegnata a fargli credere.
In nome dell'amore si stava giocando fama e reputazione.
Bisognava ristabilire la verità.
E su queste emozioni che le ali dell'usignolo presero a librare con frenesia selvaggia, all'interno della grancassa.
In uno spazio improvvisamente esiguo.
Dove l'assolo urgeva di uscire con l'intensità di un crescendo da bolero.
L'ape regina doveva portare a termine la missione per cui era stata concepita.
Col suo piede da soldato Fernanda chiuse la porta e l'oscurità, di colpo, permeò la bottega.
Sorpreso dal buio e da quella reazione imprevista, Ignacio si trovò ad indietreggiare nel fondo, incapace di formulare ipotesi istantanee.
Attonito per quel gesto repentino.
Non ancora del tutto consapevole della minaccia aggressiva.
Lui indietreggiava mentre lei lo fronteggiava avanzando.
Un drammatico paso doble, in un'arena circoscritta e deserta.
E nessuna possibilità di fuga.
Il destino del toro nell'arena è già tracciato.
Così come quello del fuco nella sacca spermatica della regina.


33 commenti:

  1. Mammamia Marilena!!!
    Sei una fucina di idee e nel contempo un'esplosione vulcanica. Ero ancora mezzo assonnato quando ho cominciato a leggere.
    Non ti montare la testa, ma già in precedenza e a tratti in alcuni passaggi, mi sembrava di leggere G.G. Marquez (un premio nobel, mica cotiche) nonchè mio scrittore preferito. Questo racconto, seppur breve, sembra partorito dalla sua mente. Potrebbe entrare come capitolo in "Cent'anni di solitudine"
    Anzi nò!! montatela. E' giusto che sia così... Gonfia il petto e fa un giro della scrivania a passettini piccoli sculettando.
    Il modo di come riesci a fotografare il tuo descritto e a farlo rivivere a chi legge è sorprendente.
    La descrizione di Fernanda poi, così bella, così conturmbante, così "prepotente".
    Infine gli odori. L'olfatto in te è il senso meno sviluppato al contrario del mio che riesce a percepire il attraverso il monitor.
    Entrando nella bottega di Ignacio ho sentito quell'odore di legno stantìo...
    Senza parlare delle similitudi per descrivere i personaggi......BRRRR
    Il boxino dei commenti è troppo piccolo per riuscire a scrivere quello che sento.
    Mammamia Marilena!!!!

    Mi hai fatto ritrovare il piacere di leggere, Grazie

    Buona domenica

    Gianni

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  2. Wow Gianni, che dire?
    Mi hai scritto un commento bellissimo. Gratificante.
    Ma io adoro Gabriel Marquez, come Isabel Allende. E tutto il caotico, esuberante, universo stregonesco degli scrittori sudamericani.
    "Cent'anni di solitudine" è tra i miei libri cult. Il mio stesso nick ha origine da quel libro.
    Parlare della grandezza assoluta ed inimitabile di Marquez......bisognerebbe saperlo fare col suo stesso stile!
    Lui è un grande in maniera superba.
    Essere avvicinata al suo modo di scrittura o, semplicemente solo averlo fatto ricordare, è per me un complimento immenso.
    Grazie Gianni
    Buona domenica
    Marilena

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  3. Tu lo hai,

    Regina, ma con animo democratico.
    Banchieri e notabili pagavano profumatamente il suo assolo orgasmico, che faceva fremere la terraferma e sommuovere gli oceani.

    Questo sembra scritto da Lui

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  4. Questo è ciò che la lettura appassionata dei suoi libri mi ha regalato.
    Se ami qualcuno o qualcosa, con vera passione,un pò della sua essenza sempre ti pervade.
    E ti rimane dentro.
    Ho amato, ed amo, i suoi libri con vera passione
    Grazie ancora Gianni
    Marilena

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  5. Ciao Marilena
    posso mettere il link del tuo blog su un mio post?

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  6. Ciao Gianni, certo che puoi.
    Marilena

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  7. Ciao Marilena!
    Ho letto questo suggestivo racconto.
    Ha, secondo me, a fondo molte sensazioni che tutti gli esseri umani nascondono, anche inconsapevolmente, nel profondo della propria psiche.
    E poi rivela un assunto tanto semplice ed, a volte, tanto complicato.
    L'amore non ha confini e non si sceglie con la ragione.
    Anche per questo l'essere umano è così enigmatico.
    Ma è un enigma necessario ed in fondo stupendo.
    Non so se ho interpretato bene, ma io ho compreso questo.

    Hai anche tu un bel blog, molto introspettivo.
    Ciao, a presto!

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  8. Ciao Miryam, innanzitutto grazie del tuo commento e del tuo passaggio nel mio blog.
    Si, hai interpretato correttamente il senso del racconto: l'amore non si sceglie con la ragione.
    E mai, siamo disposti ad un rifiuto.
    Il rifiuto non è una opzione contemplata.
    A volte, per accedere ad un amore, ci si spoglia di noi stessi.
    Convinti di dare tutto.
    E di poter essere qualcos'altro.
    Accettiamo l'umiliazione di noi stessi.
    Ma non quella del respingimento.
    Grazie ancora Miryam
    A presto
    Marilena

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  9. Amaranta Grazie,
    di tutto quello che stai facendo per me!!
    Grazie del banner!!!! (NIKI si scrive così)
    Un bacio Grandissimo!!!!!
    Ti abbraccio
    Ornella

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  10. Ornella, non devi ringraziarmi, io sono onorata di averti conosciuta e mi spiace solo di poter fare così poco. Non conoscevo la vicenda di Niki, nè sapevo del tuo blog.
    Mi terrò in contatto.
    E' giusto che ci si mobiliti per chiedere giustizia e verità.
    Io ci sono.
    Conta su di me.
    Un abbraccio grande
    Marilena

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  11. Mi hai rapita con questo Tuo racconto...ciò che io amo non è tanto la trama in se stessa ma la descrizione dei particolari e Tu mia cara li rendi vivi...si possono percepire colori, odori, giochi di luce,forme ed emozioni... come a ritrovarsi davanti alla scena stessa.
    Condivito la Tua considerazione che nell'amare uno scrittore quasi si ci forgia un pò attraverso i suoi scritti...e Ti confesso che mentre in Marquez mi sono ritrovata a rilevare un pò la noia, in Te questo non lo riscontro, sei molto più viva, dinamica di Marquez....come dire : non annoi, anzi!!
    Un abbraccio
    Francesca

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  12. Buona serata!
    Certo il rifiuto fa male in amore come in amicizia.
    Tuttavia in alcune situazioni subentra l'orgoglio che non permette di essere umiliati, magari esso è evocato dal profondo inconsapevolmente.
    Anche se, talvolta, essere orgogliosi, rappresenta un'arma a doppio taglio o, nel migliore dei casi, serve a nascondere i sentimenti e a bloccare la spontaneità.
    Ciao !

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  13. Hai ragione Miryam, l'orgoglio ci preserva dalle umiliazioni.
    Ma non è una corazza l'orgoglio.
    Non ci mette al riparo dalla sofferenza.
    C'impedisce, però, l'umiliazione.
    Che non è questione irrilevante.
    Si soffre dentro la corazza.
    Ma senza supplicare.
    E, pienamente concordo con te, che l'orgoglio, talvolta, può essere un'arma a doppio taglio.
    La chiusura totale della corazza.
    A cercare l'invulneabilità.
    Anche se, siamo coscienti, che non è così.
    Un abbraccio Miryam
    A presto
    Marilena

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  14. Ciao Francesca, è un complimento davvero grande quello che mi elargisci. Grazie.
    In effetti ognuno di noi recepisce l'essenza del prossimo (che può giungerci tramite un dialogo, uno scritto o una cnzone, ad esempio), sulla base della propria sensibilità ed esperienza. L'empatia non è universale.
    G.G. Marquez a te annoia. A me entusiasma.
    Ma è giusto che sia così.
    La critica passa attraverso il nostro sentire.
    Personale.
    Eslusivo.
    Ho amato Marquez con l'entusiasmo della giovinezza. L'ho riletto più volte. E, alla luce delle esperienze accumulate nel corso degli anni, l'ho sempre ritrovato intatto nella sua magnificenza.
    Incorrotto.
    E comunque uno stile imitativo non è mai l'originale.
    Grazie Francesca per questo commento così generoso.
    Un bacio
    Marilena

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  15. Cara Marilena,
    passo solo per un bacio e un abbraccio
    CIAO
    Ornella

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  16. Ornella, è un piacere grande averti qui, su questo mio blog un pò futile.
    Grazie per questo passaggio.
    Io vengo ora spesso nel tuo blog.
    Mi tengo aggiornata.
    Anche se entrarci è davvero dura.
    Ma lì, a differenza di tutti gli altri blog, si sente il respiro ed il battito del cuore delle persone.
    Ma come potrebbe essere diversamente?.
    Impossibile non voler bene a te e a Niki.
    Un bacio davvero sincero
    A presto
    Marilena

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  17. Sono rimasto un po' choccato da questo racconto, delirante, aggressivo, pervasivo, evocativo di gioie negate ai più.
    Senza il tuo permessso l'ho pubblicato sul mio blog.
    Spero non te ne dispiaccia.
    Desidero capire quanto i lettori del mio blog hanno capito.
    E' una bella sfida, credo.
    ;-)

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  18. Ciao Luigi, è con immenso piacere che ti accolgo nel mio blog.
    Mi gratifica molto che tu abbia pubblicato questo mio racconto.
    E mi piacciono infinitamente gli aggettivi che hai usato "delirante, aggressivo, pervasivo"
    Ho un debole per gli aggettivi, perchè tra gli elementi della grammatica sono quelli che preferisco.
    Grazie di questo tuo passaggio
    E di questo commento così gratificante
    A presto
    Marilena
    (ho visitato spesso il tuo blog perchè tu fai ottimamente informazione)

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  19. Marilena, gli aggettivi vanno bene per i commenti, solo per i commenti.
    Quello che mi ha colpito è l'incalzare di periodi brevi o brevissimi, quasi come se si agitasse nel tuo animo una reincarnazione di Cecco Angiolieri.
    Però adesso ti suggerisco di provare a scrivere con uno stile più narrativo, meno travolgente, più strutturato.
    Spero non ti dispicciano questi suggerimenti.

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  20. Ciao Luigi, assolutamente non può dispiacermi ricevere consigli.
    Amo sperimentare le parole.
    Innesti. Connubi.
    Inserimenti paradossali.
    Anche impropri.
    Irriverenti.
    Per testare la duttilità dei termini.
    L'ambivalenza sperimentale dei verbi.
    La lungimiranza degli aggettivi.
    La lingua italiana è una foresta rigogliosa, solo parzialmente esplorata.
    E Cecco Angiolieri fu scrittore anticonvenzionale.
    Provocatorio e passionale.
    L'animo degli uomini è un labirinto in un intrigo da giungla.
    E le passioni che spesso lo agitano sono oscure. Indecifrabili.
    Profane.
    Quelle che più mi affascinano.
    Grazie Luigi
    Marilena

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  21. Ti chiedo scusa, le mie intenzioni erano buone, ma, come si dice:"Le vie dell'Inferno sono lastricate di buone intenzioni".
    Continuerò a leggerti e ad apprezzare il tuo stile, così come l'ho definito in precedenza.
    :-)

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  22. Ciao Luigi, scusami se ti rispondo ora e dal mio blog, ma ho letto solo adesso i commenti da te postati sul tuo, in merito a ciò che scrivo.
    Hai chiesto di poter pubblicare questo mio racconto sul tuo blog, per sottoporlo al giudizio dei tuoi lettori,(io non ti ho chiesto nulla, hai fatto tutto tu). Ma ecco che vengo sul tuo blog e scopro che l'unico giudizio è il tuo, e non solo, lo usi per fare a pezzi il mio post.
    Trovo assolutamente deludente tutto questo.
    E al di fuori di ogni etica.
    Ammetto ed accetto le critiche.
    Mi sono anche peritata, come si può sopra leggere, di dare spiegazioni riguardo al mio stile di scrittura.
    Non trovo morale, invece, che alle mie spalle si faccia opera di distruzione di qualcosa che io non ti ho imposto e che non impongo a nessuno.
    I miei scritti sono gratis.
    Se annoiano, se non sono capiti, si possono non leggere.
    Questo è lo stile col quale io scrivo.
    E' quello che a me piace.
    Se avessi voluto scrivere in modo più convenzionale ti assicuro che lo avrei fatto.
    Questa sono io e questo è il mio blog.
    Grazie comunque
    Marilena

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  23. Non era mia intenzione postare un commento, ho sempre sostenuto che Marilena dovesse rispondere in prima persona ai complimenti e alle critiche, lei è la protagonista qui, come ognuno lo è nel proprio blog.
    Quello che non ho capito è il voler far giustificare il proprio stile a chi può non esserne daccordo.
    Le critiche servono, eccome, almeno io la penso così,ma passare dai consiglia a frasi secchè quasi di rimprovero beh la distanza è tanta.
    Ognuno ha il suo stile.
    il bello di questo post, come di altri, è che uno stile c'è ed è ben visibile. Io o ritengo anche molto originale.
    L'uso dei nomi e degli aggettivi trasportano il lettore in un mondo fatto di colori e sensazioni, forse davvero di stampo sudamericano.
    Ma qui non voglio fare le lodi, voglio rimarcare che è un blog, con uno stile non convenzionale, quindi, per me, ammirevole, coraggioso. Non tutti ne sono capaci, credetemi, lei invece ci riesce.
    I gusti personali poi sono molteplici, ognuno è libero di postare commenti a piacimento,non sarebbe un blog altrimenti, ma sempre nel rispetto di chi scrive.
    Qui nessuno è scolaro nessuno è docente, forse è proprio questo il segreto di internet.

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  24. Ciao Luigi, chiarisco che il tuo ultimo commento (quello di scuse) appare prima del mio che avevo pubblicato e poi ricorretto per via di certi strafalcioni grammaticali.
    Corretto e poi ripubblicato.
    Nel frattempo tu avevi postato il tuo.
    Così il mio risulta con un orario antecedente al tuo.
    Ero arrabbiata, ho scritto d'istinto senza riguardare l'ortografia.
    Non sapevo che tu avessi nel frattempo risposto.
    Quindi, a causa delle mie correzioni, gli orari risultano sfalsati.
    Accetto comunque le scuse.
    Amici.
    Marilena

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  25. Ciao Lorenzo, grazie di questo commento.
    Ci conosciamo da così tanto tempo che hai imparato a convivere con le mie astruserie!
    Ma so perfettamente che il mio stile non può piacere a tutti.
    Ma il bello di possedere un blog è proprio questo.
    Non devi rendere conto a nessun editore, a nessun critico. E nemmeno ad un pubblico.
    Non sono una scrittrice. Non lo sarò mai.
    Non nel senso che fino ad ora si è dato a questo termine.
    Parolaia.
    Sperimentatrice.
    Penso che sia il termine più giusto per sottolineare il mio sviscerato, e già diffusamente espresso, amore per le parole.
    Le signore della mia età coltivano rose.
    Io coltivo parole.
    Questa è la mia serra.
    Qui sperimento.
    Gli ibridi che i miei innesti partoriscono io li amo con la stessa tenerezza di un fiore perfetto.
    Non pretendo dal mondo amore e passione per le mostruosità della mia serra.
    A nutrirli bastano il mio amore e la mia passione.
    Grazie ancora
    Un bacio
    Marilena

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  26. Amici Marilena, certo.
    Lorenzo, perchè ti sei intromesso?
    Non era meglio che chiarissimo fra noi, io e Marilena.
    Forse ho capito male, ma il tuo mi sembra un rimprovero.
    Faresti meglio a chiarire, credo.
    Anche perchè Marilena, come avrai notato, si sa difendere da sola.
    Quando vuoi criticarmi, fallo su ciò che io dovessi dire di te.
    L'ultima frase del tuo commento ("Qui nessuno è scolaro nessuno è docente, forse è proprio questo il segreto di internet"), mi fa capire che sei partito col piede sbagliato.
    Quindi, ti prego di volermi togliere la possibilità di postare sul vostro blog, con effetto immediato.
    La mia scuola di vita voi non riuscite nemmeno a immaginarla e pretende più rispetto, sopratutto a fronte di critiche (se tali sono) rivolte a terza persona.
    Io so davvero mordere e questa volta con Marilena non l'ho fatto.

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  27. "Io so davvero mordere e questa volta con Marilena non l'ho fatto."

    Scusami Luigi, ma io questa non l'ho proprio capita. Perchè avresti dovuto mordermi? Penso di non aver fatto nulla di sbagliato nei tuoi confronti. Nè di averti recato torto, oppure offesa. Ho semplicemente difeso il mio racconto. Che per me ha un valore. Io credo in quello che faccio. E quello che scrivo non è per sottoporlo al giudizio di nessuno. Io penso che scrivere in un blog sia anche, e sopratutto, condivisione.
    Comunicare. Rapportarsi.
    Uno scambio al di fuori di ogni gerarchia.
    O legge di mercato.
    Una democrazia diretta.
    Dove vige il rispetto di ognuno.
    Dove si esprime il proprio parere.
    Si fanno domande.
    Si ricevono rispote.
    Uno scambio continuo e partecipativo.
    Io l'ho sempre detto.
    Io scrivo, a a mia volta sono anche lettrice.
    Appassionata. Ed instacabile.
    NOn ci sono ruoli stabiliti.
    E' sempre tutto in evoluzione.
    Continua e vitale.

    Quando Lorenzo scrive:
    Qui nessuno è scolaro nessuno è docente, forse è proprio questo il segreto di internet.
    Non è un attacco nei tuoi confronti, è soltanto un ribadire l'estrema duttilità dello strumento Internet.

    Ma è pur vero che a volte c'è un grande fraintendimento su chi scrive e su chi posta.
    E' giusto e vitale il giudizio critico, ma è alrettanto doveroso da parte di chi lo esprime, tenere in qualche conto le spiegazioni, o le risposte, che riceve.
    Se viene meno questo equilibrio la critica potrebbe anche, istintivamente, eromnpere in linciaggio.
    Marilena

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  28. Sono sì un arrogante presuntuoso spocchioso vecchio 'rinfanciullito' e figlio di puttana, ma anche un gentiluomo, per cui ho deciso di postare quest'ultimo commento per darti una risposta il più possibile garbata ed educata.
    Non è la prima volta che mi imbatto in blogger che hanno talento (basta guardare la cartella NARRATIVA) e ogni volta tento di forzare loro la mano perchè facciano di più.
    Quasi sempre fallisco, perchè il talento va curato e quasi sempre l'interessato/a non l'ha fatto e si spaventa di fronte alle difficoltà da superare.
    Tu hai talento, ma ti accontenti. Bene, come tu dici, il blog è tuo e ne fai quello che vuoi.
    Ci mancherebbe però che tu o altri doveste insegnarmi tali elementari principi di civile convivenza, come anche le connotazioni del diritto di proprietà.
    Però!
    Però ... dicevano i nostri antenati latini:
    "Est modus in rebus".
    Si vede che io non ne sono stato capace e ho suscitato un vespaio che ha praticamente coinvolto tutti gli (ex) amici blogger maschi e femmine, che mi si sono rivoltati contro.
    Ho provato fastidio.
    Io ho 72 anni e sono il più anziano e dico: basta.
    Metto il (mio) blog in sonno e mi dedico ad altro.
    Non ripeto il proverbio della moglie e del marito, l'ho già citato altrove.
    ;-)

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  29. PS... il racconto era bello, molto bello, ma a mio modo di vedere un 'unicum', quindi non ripetibile nella forma.

    RispondiElimina
  30. Luigi, non sei assolutamente nè arrogante, nè vecchio, nè spocchioso.
    Il mio giudizio su di te non cambia.
    Sei una persona valida, sotto ogni punto di vista.
    Ammiro le persone come te.
    Io non mi sono arrabbiata per la critica.
    L'ho accettata. Ti ho risposto.
    Ma è come se la mia risposta, però, non avesse avuto alcun valore.
    Questo era nel tuo blog.
    I toni, è vero, dai post non traspaiono.
    E possono facilmente essere travisati.
    Interpretati non nel giusto modo.

    DAL TUO BLO, tu dici:
    Sì, ma ho scritto un commento sul suo blog col quale ho cercato di farle capire che se vuole fare della narrativa deve strutturare il suo discorso, che non può essere fatto di periodi brevissini, che si limitano a descrivere solo delle sensazioni.
    Va bene una volta, due, poi stufa.
    Mi ha risposto con periodi brevisssimi e io ho replicatato: "Contenta tu..."

    ED ANCORA, DAL TUO BLOG, dici:
    Lettone uno, letti tutti.

    Io qui ci leggo un giudizio perentorio.
    Irreversibile.
    Se voleva essere un incoraggiamento forse abbisognava di una formula diversa.
    Di sicuro meno lapidaria.
    Ma non è questo che mi ha fatto arrabbiare, è stato l'ignorare la mia risposta, seppur data nel mio stile, circoscritta e capibilissima e, se leggi bene, dettagliata e che tu semplicemente hai liquidato con un :
    CONTENTA TE.

    Io non insegno nulla a nessuno Luigi, non ho mai alzato la voce nemmeno con mio figlio e, ti assicuro, non appartengo a quella categoria di persone che vuole imporre ed imporsi.
    Non voglio stare a tutti i costi dalla parte della ragione. nè tanto meno sentirmi vittima
    Diciamo che fra noi c'è stato un fraintendimento.
    Un dialogo mancato.
    Capita.
    Ma questo, assolutamente, non deve indurti a cose stupide come mettere in pausa il tuo blog, o a dare forfait su quello "condominiale"

    Nessuno ce l'ha con te, te lo assicuro.
    Io di sicuro no.
    Ma neppure Lorenzo o tutti gli altri amici che di solito con te si confrontano.
    Sei una bellissima persona Luigi.
    Ridimensioniamo il tutto, riappropriandoci della ragionevolezza.
    Un abbraccio davvero sincero.
    Uno slancio dettato dalla mia mai messa in discussione stima per te.
    Marilena

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