Dedico questo blog a mia madre, meravigliosa farfalla dalle ali scure e dal cuore buio, totalmente priva del senso del volo e dell'orientamento e, per questo, paurosa del cielo aperto. Nevrotica. Elusiva. Inafferrabile.

venerdì 26 dicembre 2008

Una cartolina da Roma

Da un bel pò di tempo, Mari, qualunque cosa tu scriva non riceve mai la sua approvazione.
Questo blog è un diario, e non solo.
 Di cosa pretende che tu parli?
Ogni cazzo di parola è tua. TUA. Parole scaturite dal profondo più primitivo e per questo forse più difficili d'accettare perchè non sottoposte a nessuna modifica.
Diciamoci la verità sorella, fuori sei piuttosto anonima ma dentro......dentro non lo sei.
Mi piace il tuo dentro, Mari. E' violento e vorticoso: non permettere a nessuno di spianare le rocciose asperità delle tue cime, o colmare di acqua tiepida le cavità dei canyon.
Vomita l'urgenza dei tuoi pensieri.
Non abbellire, Mari, non edulcorare.
Non scrivere conformemente alle norme o alle altrui aspettative.
Non scrivere per gli altri.

"Questo spazio è mio, me lo sono conquistato, qui c'è la mia bandiera, strappata e sbiadita, qui c'è il mio fiore di sangue, qui c'è il sudario bianco della mia resurrezione.
Landa rugosa e inappetibile dove la mia voce è vento, la mia rabbia sassi e la mia gioia sole.
Terra di cani e di lucertole.
Terra inaccessibile all'inganno dei pifferai magici e alla frusta dei domatori da circo: le mie ragioni non sono addomesticabili."

Qui ci sei tu, ricordi?
Ma forse lo hai dimenticato.
L'entusiasmo con il quale hai iniziato...dove è finito?
L'entusiasmo era nella libertà della tua scrittura, nell'anarchia del tuo sentire.
E mi piaceva quel tuo modo di proporti.
Di mostrarti.
L'irruenza e lo scompiglio delle parole. Un terremoto sotterraneo che urgeva di eruttare alla superficie, attraverso la bocca di un vulcano, le necessità corporali dei visceri e dello stomaco.
E' questo Mari lo scrivere.
La scrittura odora anche di cacca e di vomito. Lo stesso odore di quando si viene al mondo. Si nasce sporchi di merda e di sangue e di liquidi. Non si è belli e non si profuma.
Disconoscere questo significa rinnegare alcuni elementi della vita.
Nascondere i contorcimenti delle doglie sotto l'azzurro manto della Madonna, rivestendo di divino ciò che è assolutamente umano è un travisamento, programmato e consapevole, della verità. E se in quella verità ci sono merda e piscio e sangue dobbiamo essere pronti ad accettarli.
Sbagliato sarebbe rallentare la perentorietà delle doglie per frenarne la spinta finale, la più violenta, quella che espelle il neonato.
Sbagliato sarebbe ricacciare in gola il grido più forte, quello che precede il pianto del bambino e l'animalesca liberazione dei visceri.
Amaranta
PS - La verità di noi stessi è spesso per gli altri una medicina amara che, per essere ingerita, ha bisogno di un cucchiaino di zucchero: quanti post hai scritto e cancellato per la paura del fraintendimento?
La ricerca ossessiva del termine che non induca a possibili distorcimenti!
Tu lo hai fatto Mari, generosamente, ma a cosa ti è servito se, nonostante i ragionamenti e le spiegazioni, il fraintendimento ottusamente è rimasto come verità inconfutabile?
Amaranta

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