Dedico questo blog a mia madre, meravigliosa farfalla dalle ali scure e dal cuore buio, totalmente priva del senso del volo e dell'orientamento e, per questo, paurosa del cielo aperto. Nevrotica. Elusiva. Inafferrabile.

martedì 9 settembre 2008

I viaggi si catturano, non si organizzano

...stavo disseminando la strada coi miei abiti (troppi, e la valigia malamente chiusa) e come Pollicino tracciavo già la via del ritorno.

Lentissima la lumaca si trascina dietro il suo piccolo antro, i feticci a portata di mano e il resto ordinatamente stipato. Scarpe comode per traversare il mondo, anche se il mondo è circoscritto, in questo contesto, nel perimetro della città di Perugia.
Città insonne, scura e chiara insieme.
Via delle Streghe, il mio cuore ha iniziato a battere forte. Buia e dentro ancora più buia. Bellissima. L'ho adorata.
Una foto, io che non amo farmi fotografare, nel cuore dark di questo vicolo dove il sole non ci arriva. Non è forse l'antro più bello di Perugia, ma il nome mi ha incantata.

Amo questi anfratti, bui e freschi, impenetrabili ai raggi del mattino, in eterna penombra nell'incredibile ginepraio di volte che s'ingarbugliano in fantastiche prospettive disegnate, con inchiostro nero, da Escher.

Lentissima la lumaca si trascina dietro il suo bagaglio sempre più pesante: pietre dai colori notturni o chiarissime d'aurora sotto gli incredibili cieli blu di Giotto, e ancora, l'oro opaco delle Pale antiche cariche degli schizzi di sangue di Gesù e degli occhi bui delle Madonne e degli addomi trafitti dei Santi e delle ali nuvolose degli Angeli e dei tondi obesi delle facce dei Putti.

Perugia: i suoi brutti santi e le sue bellissime pietre. Dietro il verde brillante delle chiome degli alberi lo spazio infinito dove, anche se non soffia, puoi sentire respirare il vento. E, sotto tutto quel mare di cielo, la città in basso si prostra, pietrosa e antica, in adorazione, mentre il gotico delle chiese, come un pugno vittorioso, svetta verso l'alto.

Lentissima la lumaca, trascorso il suo tempo, s'incammina verso l'assolata Roma, trascinandosi ora dietro una valigia ancora più voluminosa.
E' la preda del cacciatore, pulsante e viva, perchè i viaggi si catturano, non si organizzano.
Marilena

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