Dedico questo blog a mia madre, meravigliosa farfalla dalle ali scure e dal cuore buio, totalmente priva del senso del volo e dell'orientamento e, per questo, paurosa del cielo aperto. Nevrotica. Elusiva. Inafferrabile.

sabato 12 luglio 2008

Stati paranoici

Sono le tre del mattino ma ancora non mi riesce di dormire. Parole urgono dentro di me che non mi riuscirà di dire. La stanchezza di questo giorno così caldo e pesante ha lasciato ora il posto ad un'ansia senza limiti: stati paranoici, esaltazione e frustrazione che s'incalzano. Devo fissare i miei pensieri su qualcosa di positivo, oppure devo stordirmi con qualsiasi cosa possa sortire l'effetto di una mascherina di etere. Quello che veramente adesso vorrei è una stanza insonorizzata, con pareti tappezzate da schermi di computer e potenti casse acustiche, per farmi ingoiare dalla musica. Niente altro che bianco e nero, e una voce incazzata che urla a piena gola e strangola un microfono, e si controce su stessa. Invece sono intrappolata in questo angolo di stanza, accecata quasi dalla luce violenta e caldissima della lampada, con gli occhi fissi sulla copertina verde del mio quaderno, ingobbita sulla tastiera come un pianista che cerca nel suo strumento la nota perfetta, e fissa esausto i tasti, bianconerobianconerobianconerobianconero smarrendosi in quel rigido e ordinatissimo percorso. Bianconerobianconerobianconerobianconero e pigia, ma i tasti sono muti e allora imprime violenza alle sue dita, ma quello che ottiene è solo un suono lungo e stridente.
Esaltazionefrustrazioneesaltazionefrustrazioneesaltazionefrustrazioneesaltazione.
Ho bisogno di qualcosa per arrivare al chiarore del giorno: un pensiero positivo, niente di malato o incoerente. Ho urgenza di quelle parole che sono però incastrate nel fondo della gola e non riesco a vomitarle fuori. Ho bisogno di una voce incazzata in un microfono o di una mascherina d'etere o di qualsiasi cosa con cui stordirmi.
Non sento l'esigenza di arrivare lucida all'alba, ma solo di arrivarci.
Marilena

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