Dedico questo blog a mia madre, meravigliosa farfalla dalle ali scure e dal cuore buio, totalmente priva del senso del volo e dell'orientamento e, per questo, paurosa del cielo aperto. Nevrotica. Elusiva. Inafferrabile.

domenica 13 gennaio 2008

Il tempo della solitudine fisica

Il tempo della solitudine fisica: ad aprile due anni.
Non ho più conosciuto nessuno che mi coinvolgesse davvero, nessuno per cui mettere in scena "Il teatro della seduzione".
E, se nessun uomo mi ha più coinvolto, l'Efexor ha poi contribuito ad anestesizzare i miei sensi e le mie pulsioni. Quando ho smesso il farmaco ho "sentito" di nuovo il mio corpo materialmente carnale: reminescenze antiche e nuovi desideri. Tutto quello che avevo sotterrato in un terreno desertico germogliava incredulo, fragile ed ostinato, come una vita podalica che, seppur frastornata, faticosamente spinge verso l'uscita dell'utero.
Pulsioni, voglie, desideri.....tutto intatto. In qualche modo si rinasce con una verginità già prepotentemente predisposta ad essere profanata.
Profanata da chi?
Nessun coinvolgimento......oltre un pallido tepore non c'è sole che bruci davvero
Marilena

4 commenti:

  1. Questo Blog è incredibile.

    Amaranta.
    Devi essere una strega per davvero perchè sono stato ammaliato dai tuoi pensieri così tragicamente ben espressi.

    LeggerTi è un po come guardare in quell'Abisso di cui parlava Nietzsche.. puoi vedermi da laggiù?

    A presto, Fata Amaranta.

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  2. Forse non da laggiù ma da quassù Amaranta vede le cose.Se Nietzsche diceva che bisogna attraversare e non evitare le terre seminate di dolore e Heidegger testualmente:" Per questo non serve metterlo alla porta(il nichilismo),perchè ovunque,già da tempo e in modo invisibile,esso si aggira per la casa. Ciò che occorre è accorgersi di questo ospite e guardarlo bene in faccia", beh Amaranta vede ciò che a noi è invisibile e solo col cuore si riesce a vedere.
    Lorenzo

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  3. Ciao aleister, è dal fondo dell'abisso che si vede con ancora più chiarezza il mondo di superficie.
    Dalla grata del tombino puoi intravedere la suola delle scarpe di chi calpesta il marciapiede ma devi mettere in moto tutti gli altri tuoi sensi per visualizzarlo nella sua interezza: la vista da sola non basta
    Hai notato come le figure troppo nitide risultino spesso anonime forse proprio perchè visivamente delineate non catturano davvero l'attenzione e paradossalmente, invece, un ombra con una semplice traccia di odore sosta molto più a lungo nel nostro immaginario?

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  4. Guardare in faccia l'ospite....è la cosa più difficile da fare soprattutto se ha i tuoi occhi, la tua voce, le tue mani e parla il tuo stesso linguaggio, solo che non ha mai vissuto le tue stesse emozioni. E' un predatore che si ciba di emozioni entrandoti dentro come un parassita alieno che cerca un contatto simbiotico. Quindi ho ricacciato le mie emozioni sempre più nel fondo fino quasi a dimenticarle del tutto per poterle in qualche modo salvare. Ho cancellato le emozioni e le parole per esprimerle, e l'ho fatto con così tanta determinazione che alla fine è subentrata una vera amnesia. Non ero più davvero io ma un ventriloquo che parlava in mia vece. Un ventriloquo subdolo che togliendomi il peso delle parole mi ha liberato anche dalla fatica del pensiero. Ho dovuto trovare il coraggio di guardarmi in uno specchio e solo allora mi sono resa conto del fuori sincrono: la bocca sillabava parole mute e disperate che la voce dello stomaco traduceva invece in sciocche frasi convenzionali.
    Io non amo particolarmente gli specchi, non ho un buon rapporto con la mia immagine fisica, ed è stato uno sforzo davvero grande farlo, raccogliendo tutti gli scampoli di energie residue e quello che ho visto non mi è piaciuto affatto.
    Quello che gli altri non capiscono è che non si sta in un antro per libera scelta, non in un antro con le porte piombate e dividendo l'esiguo spazio con un ventriloquo subdolo.
    Lorenzo io non vedo l'invisibile....il mio ospite è fin troppo evidente!

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